ADECCO ha comunicato che il 31 maggio 2021 arriveranno a scadenza 57 contratti di lavoro (dei 425 totali del perimetro occupazionale definito al MISE) e che, sulla base delle indicazioni ricevute da Poste Italiane, soltanto 45 saranno prorogati e che quindi altri 12 lavoratori non proseguiranno la missione lavorativa, aggiungendosi ai 8 lavoratori lasciati a casa il 30 aprile 2021.
I lavoratori in somministrazione hanno svolto in precedenza la mansione di autista dotati di certificazione di abilitazione professionale specifica, che nella fase più acuta della pandemia hanno assicurato la continuità delle prestazioni, accettando la proposta fatta al MISE di cambiare mansione rendendosi disponibili a svolgere l’attività di portalettere pur di garantire la continuità occupazionale.
Poste Italiane continua a mettere in discussione gli impegni già assunti in sede del MISE “circa la continuità occupazionale a parità di trattamento tenendo conto del perimetro occupazionale che ha operato in Poste Italiane per il tramite di ADECCO” senza alcuna giustificazione.
Felsa NidiL UILTemp nazionali ritengono tale atteggiamento irrispettoso e lesivo della dignità dei lavoratori. Pertanto, in concomitanza con le assemblee che si stanno svolgendo su tutto il territorio nazionale, viene proclamato lo SCIOPERO Nazionale per l'intera giornata del 14 giugno 2021 di tutti i lavoratori in somministrazione in missione in Poste Italiane, con relativo presidio presso la sede del MISE a partire dalle ore 10.30. auspicando un tempestivo e risolutivo intervento del MISE al fine di richiamare Poste Italiane come azienda di Stato, al rispetto degli impegni al fine di garantire a tutti i lavoratori di poter continuare semplicemente a lavorare.
Comunicato in formato PDF
Dopo lo sciopero di lunedì 14 giugno, si è tenuto oggi, l'incontro programmato tra le OO.SS. FELSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp alla presenza del Vice Ministro On. Gilberto Pichetto Fratin, per affrontare nuovamente la situazione dei lavoratori somministrati presso Poste Italiane.
Le OO.SS hanno rappresentato al vice ministro, quanto sta accadendo in Poste italiane spa, rispetto all’impegno preso al Ministero dello Sviluppo Economico così come indicato nel verbale sottoscritto in data 22 ottobre 2020.
Le OO.SS. hanno rappresentato al vice ministro il mancato rispetto degli impegni da partedi Poste Italiane relativamente al sopracitato verbale in ordine a:
- reintegro dei lavoratori fuoriusciti;
- problemi logistici legati agli spostamenti dei lavoratori sulle nuovi sedi di lavoro;
- continuità occupazionale;
Il vice ministro, dopo aver ascoltato quanto esposto dalle OO.SS. si è riservato di verificarequanto prima, con Poste Italiane spa la situazione che si è venuta a determinare, conl’obiettivo di trovare una soluzione alle problematiche sollevate.Le parti si aggiorneranno indicativamente entro la fine di giugno 2021.Le OO.SS. ritengono positiva la disponibilità e la volontà ad affrontare concretamente lavicenda.
Comunicato in formato PDF
FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp, ritengono non più accettabile il permanere della condizione di incertezza nella quale versano i 420 lavoratori somministrati in missione da 1 anno presso Poste Italiane con mansione di portalettere e dopo che per oltre 2 anni sono stati impiegati come autisti nei CMP di tutta Italia, assicurando il servizio durante i lockdown.
Il 26 ottobre 2021 con CGIL CISL UIL è stato sollecitato il MISE a convocare un incontro, sulla base degli impegni precedentemente assunti a partire dal verbale del 22 ottobre 2020 sottoscritto al MISE, al fine di trovare soluzioni strutturali e di continuità occupazionale per i lavoratori in somministrazione di Adecco, in missione oramai da anni presso Poste Italiane.
Per questo le Organizzazioni Sindacali FELSA CISL NIDIL CGIL UILTEMP auspicano che il MISE si faccia garante degli impegni sottoscritti sulla base delle disponibilità date da Poste Italiane che deve rispondere delle proprie responsabilità per non incrementare ulteriormente un clima di incertezza tra i lavoratori ed evitare che si affermi un meccanismo di precarietà generale nella più grande azienda di Stato nel nostro Paese.
Considerato che a fine Novembre 2021 arrivano in scadenza molti contratti di lavoro come FELSA NIDIL UILTEMP nazionali in mancanza di una convocazione di un incontro al MISE considerato che sono passati ormai diversi giorni dalla originaria richiesta di incontro,si riservano di intraprendere ogni iniziativa necessaria finalizzata a risolvere questa ingiustizia.
Nessun passo in avanti è stato fatto a favore dei 450 lavoratori somministrati da ADECCO in Poste Italiane, ai quali sono scadute le missioni il 31 dicembre scorso, nonostante le nostre continue sollecitazioni per garantir loro continuità lavorativa ed evitare lo stop ai contratti.
Più precisamente, a fine anno sono cessati gli ultimi 220 che erano rimasti ancora attivi dopo che da alcuni mesi addietro Adecco aveva cominciato a non rinnovare numerosi contratti di lavoro in quanto Poste non richiedeva più le prestazioni di questi lavoratori.
Dunque, dopo anni di lavoro svolto con professionalità e dedizione, dopo aver anche rischiato la loro salute avendo operato in piena pandemia e quando i vaccini erano ancora una chimera, Poste Italiane, azienda dello Stato, ha deciso di dar loro il benservito, nonostante una nota rosea situazione finanziaria e una forte crescita dei servizi e delle attività.
Inoltre, c’è anche da ricordare che come Organizzazioni sindacali incontrammo più volte l’allora Vice Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni che, dopo aver avviato una interlocuzione con la dirigenza di Poste, prese un formale impegno affinché si garantisse continuità occupazionale ai lavoratori e per individuare una soluzione definitiva alla vertenza.
Dunque, pareva che dopo una grande mobilitazione territoriale e nazionale, si stava ottenendo un giusto riconoscimento per del personale, adeguatamente formato e professionalizzato e che, pur di andare incontro ad alcune necessità aziendali, ha accettato il demansionamento, proposto dal MISE su invito di Poste Italiane, passando da autista a portalettere, anche con perdita di salario, pur di conservare il posto di lavoro.
Tutto questo, però, non è bastato a Poste Italiane, ricordiamo ancora azienda partecipata dello Stato, che comunque ha deciso di mandare a casa, via SMS, centinaia di padri di famiglia, senza avere neppure un minimo confronto con i sindacati che fino al 28 dicembre, per strada, hanno invano atteso quell’incontro annunciato nel quale si sarebbe dovuto discutere della vertenza.
Noi tutti, lavoratori e sindacati, comunque continuiamo a pretendere risposte e visto l’atteggiamento poco corretto e istituzionale di Poste Italiane, torneremo a chiederle dinanzi al Mise, con una manifestazione nazionale che si terrà mercoledì 19 gennaio.
Si è svolto nella giornata odierna, 27 luglio 2020, lo sciopero generale indetto a livello nazionale da Felsa Felsa CISL, Nidil CGIL, UILTemp, delle Lavoratrici e dei Lavoratori in somministrazione dipendenti di Adecco ed in missione presso Poste Italiane.
La giornata di mobilitazione ha avuto una massiccia partecipazione con l’adesione di oltre l’80% tra i lavoratori somministrati , oltre 400, il cui periodo di lavoro presso Poste Italiane è scaduto o andrà ad esaurirsi nei prossimi mesi.
La vertenza nasce dalla necessità di garantire continuità occupazionale per l’intera platea, che rischia di perdere il proprio posto di lavoro a causa di un’interpretazione non condivisibile di Poste Italiane, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei, applicabile anche ai somministrati, nonostante essi siano assunti con contratto a tempo indeterminato dall’Agenzia per il Lavoro Adecco.
Lo slogan della giornata di mobilitazione +dignità –decreti ha voluto sottolineare la richiesta rivolta a Poste Italiane ed al Ministero dello Sviluppo Economico, dalle Organizzazioni Sindacali di Settore, di dare pieno significato al termine “dignità”, consentendo così la prosecuzione di centinaia di rapporti di lavoro, il cui termine sarebbe un danno sociale di ingente portata.
La mobilitazione ha visto due diversi presidi, il primo, in mattinata, sotto la sede Nazionale di Poste italiane in Viale Europa a Roma, il secondo, nel pomeriggio, davanti al Ministero dello Sviluppo Economico. Numerosa la presenza dei lavoratori che, nonostante le restrizioni numeriche per i partecipanti alle manifestazioni derivanti dalle misure di contenimento per il covid, in maniera pacifica ma rumorosa hanno manifestato tutto il loro disappunto per la gestione della vertenza da parte di Poste Italiane.
Felsa CISL, Nidil CGIL e UILTemp infatti, non possono che constatare, con grande disappunto, la mancata disponibilità da parte di Poste Italiane di incontrare le rispettive delegazioni sindacali, perdendo così, per l’ennesima volta, l’occasione di mandare un messaggio importate all’intero sistema paese e garantire quelle certezze che, in un periodo storico particolare quale quello attuale, sarebbero state fondamentali per rinsaldare la fiducia dei lavoratori.
Per questi motivi, le OO.SS., hanno deciso di proseguire la protesta spostandosi davanti la sede del MISE a Roma, ritenendo indispensabile l’interlocuzione politica che, in considerazione della particolare natura societaria di Poste Italiane, potrebbe dare quelle risposte che i lavoratori tutti legittimamente reclamano.
La trattativa con il Ministero riprenderà nella mattinata di domani, nel frattempo, durante l’incontro di questo pomeriggio, Felsa CISL, Nidil CGIL e UILTemp, hanno ribadito la necessità che il Ministero si faccia carico della risoluzione positiva della vicenda e convochi urgentemente al tavolo Poste Italiane.
Nella giornata odierna si è svolto l'incontro programmato presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del Vice Ministro On. Stefani Buffagni.
Le OO.SS. hanno ribadito le richieste già esposte nell’ultimo incontro del 22 settembre u.s.
A tal proposito il Vice Ministro ha illustrato i possibili sviluppi per realizzare la continuità occupazionale del perimetro complessivo dei lavoratori in somministrazione che hanno operato in Poste Italiane, unito al rispetto dei diritti e delle norme contrattuali.
Il Vice Ministro, si è impegnato a promuovere con tutti gli strumenti, quanto definito dalla circolare interpretativa del ministero del lavoro in materia di somministrazione di lavoro.
Le OO.SS. considerano il percorso avviato necessario a garantire la continuità occupazionale dei lavoratori in missione e utile al proseguo del confronto.
Le OO.SS. consapevoli che la fase di transizione verso una soluzione strutturale che garantisca continuità lavorativa e parità di trattamento sarà delicata e da monitorare, chiederanno all’agenzia per il lavoro Adecco di rendersi parte attiva nella risoluzione positiva della vertenza.
Ritengono che l’apporto del MISE abbia contribuito a tracciare una strada verso la soluzione della vertenza alla luce delle richieste che le OO.SS. hanno avanzato, in difesa dei diritti dei lavoratori.
Le OO.SS. insieme ai lavoratori, saranno impegnate nel monitoraggio di quanto definito nell’incontro odierno con il MISE, contestualmente si aprirà un tavolo di confronto con Adecco.
Roma, 29 settembre 2020
Le segreterie nazionali UILTemp-UIL, NIDIL-CGIL e FELSA-CISL
Si è tenuto venerdì 22 maggio us l’incontro tra UILTemp, Felsa Cisl e Nidil Cgil e l’agenzia per il lavoro Adecco SPA sulla vertenza che coinvolge circa 421 lavoratori somministrati presso Poste Italiane SPA.
Su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, l’Agenzia per il Lavoro ha comunicato l’intenzione dell’azienda utilizzatrice di non prorogare i periodi di assegnazione di circa 250 addetti autisti con contratti a tempo indeterminato con Adecco, che tra il 30 giugno 2020 e il 30 settembre 2020 termineranno la loro assegnazione raggiungendo i 24 mesi di anzianità di missione presso Poste Italiane Spa.
Da precedenti interlocuzioni con l’Agenzia si evidenzia che parallelamente Poste italiane s.p.a ha incaricato la ricerca di altre 100 figure professionali assimilabili alla mansione di addetto ai trasporti, tale prospettiva dimostrerebbe uno scenario di evidente crescita di questo segmento commerciale.In questo senso non si comprendono le ragioni di questa ipotesi ventilata di interrompere l’esperienza lavorativa presso Poste di lavoratori che in questi giorni, in piena emergenza COVID-19 ,hanno garantito il servizio e la possibilità a migliaia di cittadini di “stare a casa” trasportando prodotti ,beni e corrispondenza con impegno e responsabilità. È altresì evidente la possibilità per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dal somministratore di essere inviati in missione sia a tempo indeterminato che a termine presso gli utilizzatori senza obbligo di causale o limiti di durata, come già chiarito dal Ministero del Lavoro con la circolare n.17 del 31 ottobre 2018.
La nostra azione ha sempre mirato alla continuità occupazionale, infatti abbiamo siglato due accordi con Adecco per favorire l’instaurarsi di contratti a tempo indeterminato ma, a quanto pare, questo non ha portato ad un cambio di prospettiva da parte di Poste Italiane, che di fatto continua a mantenere un atteggiamento di chiusura a questo punto incomprensibile.
Continueremo a lavorare in questa direzione, consapevoli del fatto che dopo un ulteriore fase interlocutoria avremo la necessità di valutare azioni di mobilitazione nazionali se le nostre richieste non verranno accolte.
UILTemp, Felsa Cisl e Nidil Cgil
Comunicato in formato PDF
In data odierna Nidil Cgil, FELSA Cisl e UILTemp hanno incontrato al MISE il viceministro Stefano Buffagni, sulla vertenza dei lavoratori somministrati in missione presso Poste Italiane. Il ministero ci ha confermato che è in corso una interlocuzione con la dirigenza di poste, per tentare una positiva risoluzione della vertenza.
Abbiamo ribadito la necessità di garantire la continuità occupazionale dei lavoratori somministrati e la relativa parità di trattamento (non consentendo scelte organizzative che favoriscano il dumping contrattuale) sia dei lavoratori in essere che di quelli cessati negli scorsi mesi.
Le OO.SS, in attesa di una risoluzione definitiva della vertenza hanno chiesto la proroga dei contratti in scadenza al 30 settembre. Nel prossimo incontro che si terrà giovedì 24 settembre, il viceministro si è impegnato a dare ulteriori aggiornamenti. Pertanto le organizzazioni sindacali confermano lo sciopero previsto per giovedì 24 settembre.
Nidil Cgil
FELSA Cisl
UILTemp
Si è tenuto oggi, 5 agosto 2021, in modalità video conferenza l’incontro tra le OO.SS. FELSA CISL NIdiL CGIL UILTemp ed il Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del Vice Ministro on. Gilberto Pichetto Fratin per aggiornare il tavolo su quanto concordato nella riunione del 16 giugno scorso.
Il Vice Ministro ha informato le scriventi che dall’incontro tenuto con i vertici di Poste Italiane, a cui è stata proposta la stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione di Adecco utilizzati presso la stessa, non c’è stata alcuna disponibilità o apertura risolutiva.
Le OO.SS. alla luce di quanto riportato dal Vice Ministro hanno nuovamente richiesto di verificare la disponibilità a garantire la continuità occupazionale, con il riassorbimento dei lavoratori la cui missione è stata interrotta nei mesi precedenti, anche in somministrazione e la parità di trattamento economico, cosi come stabilito dai verbali di accordo già sottoscritti con il Mise.
Il Vice Ministro si è impegnato a proseguire l’interlocuzione, al fine di addivenire ad una soluzione che possa soddisfare le richieste delle scriventi per conto dei lavoratori.
L’aggiornamento delle parti avverrà nel mese di settembre.
A tre anni dall’inizio della vertenza, alla luce degli impegni assunti dal Mise, della continua ricerca di personale da parte di Poste Italiane, FELSA CISL NIdiL CGIL UILTemp ritengono inaccettabile, ingiustificata e contraddittoria la continua deresponsabilizzazione da parte di Poste Italiane
Comunicazione in formato PDF
Nella conversione in legge del Decreto Agosto pubblicata ieri in G.U. (Legge n. 126/2020) ancora nessuna attenzione per oltre mezzo milione di persone con rapporti di lavoro atipici e precari, che - ingiustamente escluse dal sistema delle indennità Covid-19 – rimangono senza nessuno strumento di sostegno al reddito.
Dimenticate infatti - ancora una volta e inspiegabilmente - le categorie dei lavoratori più fragili come gli autonomi, partite iva, collaboratori occasionali e collaboratori coordinati e continuativi; i somministrati (ex-interinali) nella sanità e gli stagionali dei settori diversi dal turismo. Insomma, la platea dei beneficiari delle misure di sostegno invece di ampliarsi e includere gli esclusi, si
va sempre più riducendo, a fronte di nessuna prospettiva o piano di ripresa.
Questo l’allarme lanciato dai sindacati di rappresentanza del mondo del lavoro meno tutelato, UILTemp, NIdiL Cgil e FeLSA Cisl che esprimono forte preoccupazione: mentre la ripresa economica tarda ad arrivare e lo stato di emergenza sanitaria prosegue, si apre sempre di più lo scenario di un futuro pericolosamente incerto per tutti, ma soprattutto per chi non può accedere a nessun tipo di ammortizzatore sociale.
Nonostante le numerose sollecitazioni di modifica lanciate in questi mesi – commentano le Organizzazioni sindacali - il tentativo di tutelare e riconoscere lavoratori e lavoratrici normalmente esclusi da forme di sostegno al reddito si è basato su un sistema che ha lasciato scoperte proprio le categorie più deboli e precarie. Le misure adottate per affrontare la crisi Covid-19 continuano ad allontanarsi sempre di più dal proposito iniziale di non lasciare indietro nessuno.
Le categorie di lavoratori escluse
Dimenticati di nuovo i collaboratori autonomi occasionali non iscritti alla Gestione separata Inps in quanto percettori di redditi inferiori ai 5.000 euro (spesso impiegati nei settori produttivi più colpiti dalla crisi come turismo, spettacolo, formazione e consulenza oppure come quelli del food delivery, considerati essenziali nei giorni più duri del lockdown). Esclusi dalle indennità Covid-19, si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Dimenticati di nuovo i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati: non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure nella disoccupazione Dis-coll.
Dimenticati di nuovo i lavoratori con contratto di somministrazione stagionale nei settori diversi dal Turismo e dagli Stabilimenti termali, mentre gli oltre 12 mila somministrati occupati nel comparto Sanità sono stati “rimandati” in prima linea con l’emergenza Covid ma riconfermati nell’esclusione dai trattamenti economici accessori e integrativi in favore del personale sanitario impegnato durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Stato e Regioni, nonostante i solleciti di parte sindacale per una applicazione corretta del principio della parità di trattamento prevista
dalla legge, non hanno incluso i somministrati creando così situazioni di inconcepibile disparità tra lavoratori impegnati fianco a fianco nella lotta al virus, eroi di serie A e di serie B. Si aggiunga a ciò la richiesta, sempre disattesa, dei Sindacati di categoria di superare le disposizioni previste dal D. Lgs. 25 maggio 2017 n. 75, che escludono in maniera discriminatoria, i lavoratori somministrati dall'accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici e, quindi, alla possibilità di accedere ai percorsi di stabilizzazione.
A ingrossare le fila delle categorie di lavoratori e lavoratrici abbandonati, con la conversione in legge del Decreto Agosto, troviamo anche i collaboratori autonomi occasionali che non hanno un contratto in essere e le partite IVA iscritte alla Gestione Separata Inps.
“Salvati” - per adesso - i percettori delle indennità di disoccupazione Naspi e Dis-Coll scadute tra 1 marzo e 30 giugno, prorogate di altri due mesi. Tamponata la situazione dei lavoratori temporanei, compresi i somministrati, a cui in deroga al Decreto Dignità sono concesse proroghe e rinnovi senza causale per massimo 12 mesi, una sola volta e fino al 31 dicembre 2020. Rinnovata l’indennità Covid-19 di 600 euro ai collaboratori sportivi, ma solo per il mese di giugno. Rifinanziati il REM che si potrà chiedere fino al 15 ottobre e il Fondo di Solidarietà Artigiani e Somministrati.
Le richieste di UILTemp NIdiL Cgil FeLSA Cisl
UILTemp NIdiL Cgil FeLSA Cisl ribadiscono con forza la necessità e l’urgenza non più procrastinabile di costruire al più presto un sistema di ammortizzatori sociali strutturale e specifico che abbracci tutte le tipologie di rapporto di lavoro, dando copertura ai periodi di disoccupazione e di calo delle attività che in questa fase pandemica sta mettendo a dura prova migliaia di lavoratori. Una volta ampliata la tutela economica e reddituale per le categorie attualmente escluse e dimenticate anche dalle misure anti Covid-19, si dovrà avviare un confronto serio sul tema della riqualificazione e ricollocazione occupazionale per tutti quei lavoratori temporanei che hanno perso il proprio lavoro.
UILTemp
NIdiL
Cgil FeLSA Cisl
Il 30 giugno us 17 lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dalla Agenzia per il Lavoro Adecco e impegnati presso Poste Italiane spa, hanno visto interrompere la loro missione lavorativa. La volontà dichiudere questi 17 contratti deriva da una interpretazione assolutamente non condivisibile che considera il limite dell'anzianità di 24 mesi (previsto per i lavoratori temporanei) applicabile anche a questi lavoratori. Questi somministrati infatti non hanno un contratto temporaneo, ma sono stati assunti a tempo indeterminato dall'agenzia per il lavoro anche grazie a due accordi sottoscritti dalle scriventi organizzazioni sindacali con la stessa Adecco. A conferma di questo anchela circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del Ministero del lavoro esplicita che nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato inviati in una missione temporanea. Non bastasse le OrganizzazioniSindacali FELSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp hanno anchecondiviso con l’agenzia per il lavoro la possibilità di intraprendere un percorso di staff leasing, ovvero promuovendo, oltre al contratto a tempo indeterminato con Adecco, che anche l’assegnazione dell amissione con Poste fosse a tempo indeterminato.
Le Organizzazioni Sindacali FELSA CISL NIdiLCGIL UILTemp esprimono grande sconforto e preoccupazione, perch é tutti gli strumenti messi in atto nel settore della somministrazione erano finalizzati a dare c ontinuità lavorativa. Inoltre, occorre sottolineare, che il destino preannunciato a questi 17 lavoratori, presto o tardi, sarà il medesimo anche per gli oltre 200 somministrati che con scadenze differenti sono impegnati presso Poste.Le Organizzazioni Sindacali FELSA CISL NIdiL CGIL UILTemp ribadiscono la loro disponibilità a trovare tutte le soluzioni necessarie per dare continuità lavorativa ai lavoratori somministrati in missione presso Poste, prevedendo anche l'esclusione di questi lavoratori da ogni tipo graduatoria interna.
Riteniamo infine necessario sottolineare come questi lavoratori negli ultimi mesi abbiano sempre garantito in servizio e svolto con grande responsabilità e professionalit à le loro attività, soprattutto durante l'emergenza epidemiologica in atto. Nonostante questo e l’esistenza di soluzioni contrattuali che garantiscono Poste spa, in quanto assolutamente legittime, i contratti vengono interrotti e i lavoratori lasciati a casa.
Per questo le Organizzazioni Sindacali FELSA CISL NIdiLCGIL UILTemp chiedono a Poste italiane di modificare la scelta di interrompere i contratti di somministrazione che raggiungo i 24 mesi e di assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori in somministrazione in costanza di missione, perché non si può accettare che dopo anni di lavoro vengano interrotti i contratti , innescando così un meccanismo di precarietà generale. Pertanto le Organizzazioni Sindacali dichiarano lo stato diagitazione nazionale dei lavoratori somministrati presso Poste spa e si riservano di intraprendere ogni iniziativa necessaria finalizzata a risolvere questa ingiustizia.
Procedura raffreddamento proclamazione stato di agitazione nazionale (ai sensi della legge 12 giugno 1990 n. 146) per i lavoratori somministrati presso Poste Italiane
Nella giornata odierna si è svolto l'incontro programmato a seguito delle mobilitazioni dei lavoratori in somministrazione di Adecco presso Poste Italiane SPA tra UILTemp Uil, Nidil Cgil, Felsa Cisl, alcune RSA, il Capo della Segreteria del Vice Ministro Stefano Buffagni, il dott. Simone Ligorio, la dott.ssa Paola Pignolo.
Il dott. Simone Ligorio, a seguito delle interlocuzioni avute con la dirigenza di Poste Italiane spa, ha riferito l’impegno dell’azienda utilizzatrice, ad incontrare le OO.SS. di settore, UILTemp Uil, Nidil Cgil, Felsa Cisl, nel mese di settembre.
Le organizzazioni sindacali, nel prendere atto della positiva iniziativa assunta dal Ministero dello Sviluppo Economico per favorire il confronto sindacale, hanno chiesto che l’incontro avvenga entro la fine di agosto, vista la delicata situazione occupazionale che sta coinvolgendo oltre 400 lavoratori, autisti presso Poste Italiane SPA.
Inoltre il Mise ha attivato una interlocuzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per quanto di loro competenza.
Le OO.SS UILTemp Uil, Nidil Cgil, Felsa Cisl, qualora Poste Italiane SPA proceda alla convocazione dell’incontro nel mese di agosto, si impegnano a sospendere lo sciopero degli straordinari.
La delegazione sindacale valuta favorevolmente questa prima apertura da parte di Poste Italiane SPA, ed auspica che sia l’inizio di un percorso che porti alla risoluzione positiva della vertenza.
Le segreterie nazionali UILTemp Uil, Nidil Cgil, Felsa Cisl
In queste settimane ai lavoratori in somministrazione del comparto sanitario stanno puntualmente giungendo le chiamate in servizio nei reparti Covid. Nel cuore di una nuova emergenza sanitaria, le legittime richieste, per la stabilità lavorativa e la parità economica di trattamento, rispetto alle quali FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione e allo sciopero lo scorso 24 luglio sono rimaste senza risposta.
In quella giornata, che ha visto anche realizzarsi presìdi in diverse città e un’elevatissima partecipazione dei lavoratori, le delegazioni sindacali, ricevute dal Ministero della Salute, avevano ricevuto rassicurazioni sulla sensibilità del Governo a porre rimedio ad alcune inspiegabili situazioni di disparità che vedevano coinvolti i lavoratori somministrati del comparto sanità:
- eliminare l’esclusione degli oltre 12.000 lavoratori somministrati impegnati nella sanità pubblica dall’accesso ai concorsi riservati dalla c.d. Legge Madia valorizzando l’anzianità di servizio svolta in somministrazione dei lavoratori. Si tratta infatti di lavoratori che svolgono le stesse mansioni dei lavoratori temporanei assunti direttamente dalle aziende sanitarie e ospedaliere e sostengono, ormai da anni, l’operatività del servizio sanitario nazionale pur non essendone dipendenti.
- riconoscere anche ai lavoratori somministrati impiegati nel comparto sanitario, impegnati nella lotta al Covid19, il giusto riconoscimento economico previsto per i dipendenti diretti. I lavoratori somministrati infatti non hanno ricevuto le indennità e maggiorazioni che a vario titolo le Regioni hanno corrisposto, giustamente, al personale diretto impegnato nell’emergenza sanitaria.
Pur in assenza di risposte da parte del Governo i lavoratori e le lavoratrici stanno continuando a svolgere il proprio lavoro al servizio di tutti i cittadini, anche ora che la situazione si è aggravata nuovamente.
FeLSA, NIdiL, UILTemp chiedono che il Governo nei prossimi provvedimenti contro la pandemia ponga rimedio a questa ingiustificata e ingiustificabile disparità di trattamento e mantenga la promessa di interessamento fatta ai lavoratori solo qualche mese fa, sia sul versante del riconoscimento delle indennità sia su quello dell’accesso alla quota riservata nei concorsi con riconoscimento dell’anzianità.
Chiediamo rispetto della dignità di uomini e donne che stanno lavorando in prima linea per fronteggiare la pandemia
Sta proseguendo ormai da mesi la vertenza nazionale che vede coinvolti centinaia di lavoratori con contratto di somministrazione, assunti dalla Agenzia per il Lavoro Adecco e in missione presso Poste Italiane.
Stiamo parlando di lavoratori che svolgono la funzione di autisti, particolarmente qualificati, che proprio a motivo della rilevanza del loro lavoro sono stati stabilizzati da Adecco grazie ad un accordo sindacale. Da giugno in poi Poste Italiane ha deciso di interrompere i contratti di questi lavoratori, non rinnovando più le missioni degli stabilizzati che giungono a 24 mesi di anzianità in somministrazione e lasciando scadere i contratti dei lavoratori a TD in somministrazione al raggiungimento dei 12 mesi di anzianità. Paradossalmente però, questa interruzione dei contratti non è stata giustificata da un calo delle attività di Poste Italiane (che ha visto semmai un aumento in questi mesi), bensì da altre due motivazioni: la scelta organizzativa di esternalizzare il servizio del trasporto a media e lunga percorrenza a ditte accollatarie per risparmiare economicamente (gli accollatari infatti, operano perlopiù con trattamenti retributivi al ribasso), e l’interpretazione normativa di Poste Italiane che nega la possibilità di proseguire oltre i 24 mesi di missioni a TD presso la stessa azienda anche se si ha un contratto in somministrazione a tempo indeterminato.
In seguito allo sciopero del 27 luglio 2020, che ha visto un’imponente mobilitazione dei lavoratori somministrati, il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di interessarsi direttamente di questa vertenza.
Per tentare di fugare i dubbi di Poste Italiane sull’applicazione di una norma dello Stato, peraltro già chiarita nella sua interpretazione da una circolare del Ministero del Lavoro del 2018, il Parlamento italiano ha legiferato in materia di somministrazione a tempo indeterminato chiarendo che è possibile superare i 24 mesi di somministrazione a tempo indeterminato con missioni a termine ma solo fino al 31 dicembre 2021. Come dire, sei a tempo indeterminato, ma solo fino ad una certa data, ponendo un problema di continuità occupazionale per l'intero settore della somministrazione
A seguito della modifica legislativa si è pervenuti ad un Accordo con il MISE in cui si esplicitava che tutti coloro che lavoravano e hanno lavorato in poste avrebbero avuto continuità occupazionale recuperando anche i contatti interrotti, nel rispetto della parità di trattamento. Su tale intesa le OO.SS avevano espresso soddisfazione e lo stesso Viceministro in qualità di firmatario ha esplicitato pubblicamente che si era giunti ad una soluzione che salvava 500 famiglie
Successivamente i contratti di lavoro a tempo indeterminato in scadenza sono stati prorogati fino ad Aprile 2021 ma cambiando mansione e assegnandoli come portalettere; i 19 contratti a termine invece non sono stati rinnovati; così come i lavoratori precedentemente interrotti (sia a tempo determinato che indeterminato) non sono stati richiamati, smentendo nei fatti le intese sottoscritte con il MISE.
Non si hanno notizie su quale sia il piano aziendale complessivo coerente con gli accordi sottoscritti e lo stesso Ministero ad oggi non è in grado di fornire alcuna informazione.
In tutto questo rileviamo anche che la parità di trattamento economica non è stata rispettata in quanto ai lavoratori somministrati non sono state riconosciute le premialità aziendali che avrebbero dovuto esser loro erogate in automatico, in conformità alla legge che afferma il principio della parità di trattamento normativo e retributivo dei lavoratori in somministrazione.
I lavoratori si sentono presi in giro per queste finte soluzioni che non chiariscono quale strada si voglia intraprendere per una risoluzione complessiva del problema.
Chiediamo l'immediata applicazione degli accordi sottoscritti con il Ministero. Oltre ai posti di lavoro è in gioco la stessa credibilità dell'istituzione e di chi la rappresenta.
Le Organizzazioni Sindacali avvieranno una campagna diffusa di assemblee a livello decentrato, mantengono lo stato di agitazione, e qualora non vi siano risposte serie e coerenti con le intese, valuteranno tutte le possibili forme di mobilitazione per chiudere in maniera positiva la vertenza.
Dopo la mobilitazione che ci ha visti in piazza lo scorso 18 novembre, con oltre 400 Navigator provenienti da tutta Italia, non abbiamo ancora ricevuto nessuna rassicurazione ufficiale da parte dei ministri competenti, che si erano mostrati disponibili ad aprire un percorso con il sindacato.
Sciopero Nazionale 15 dicembre 2021
Presidio a Roma - Poste ore 10
Comunicato sindacale
Poste Italiane non riconferma i somministrati dopo 24 mesi di lavoro, nonostante l’impegno durante il periodo di emergenza COVID19 e tutti gli strumenti di flessibilità disponibili nella somministrazione
Nella giornata di ieri 17 lavoratori somministrati in missione presso Poste spa, hanno ricevuto una chiamata dalla loro agenzia per il lavoro che gli comunicava la volontà dell'impresa utilizzatrice (poste) di interrompere la loro missione lavorativa.
La volontà di interrompere questi 17 contratti deriva da una interpretazione assolutamente fantasiosa e non condivisibile, che considera il limite dell'anzianità di 24 mesi (previsto per i lavoratori temporanei) applicabile anche a questi lavoratori. Questi somministrati infatti non hanno un contratto temporaneo, ma sono stati assunti a tempo indeterminato dall'agenzia per il lavoro anche grazie a due accordi sottoscritti dalle scriventi organizzazioni sindacali con la stessa Adecco. A conferma di questo anche la circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del Ministero del lavoro esplicita che nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato e inviati in una missione temporanea.
Non bastasse le Organizzazioni Sindacali UILTemp NIdiL CGIL e FELSA CISL hanno anche condiviso con l’agenzia per il lavoro la possibilità di intraprendere un percorso di staff leasing, ovvero promuovendo, oltre al contratto a tempo indeterminato con Adecco, che anche l’assegnazione della missione con Poste fosse a tempo indeterminato.
Evidentemente anche questo non è bastato.
Le Organizzazioni Sindacali UILTemp NIdiL CGIL e FELSA CISL esprimono grande sconforto e preoccupazione, perché tutti gli strumenti messi in atto nel settore della somministrazione erano finalizzati a dare continuità lavorativa. Inoltre occorre sottolineare che il destino preannunciato a questi 17 lavoratori, presto o tardi, sarà il medesimo anche per gli oltre 200 somministrati che con scadenze differenti sono impegnati presso Poste.
Le Organizzazioni Sindacali UILTemp NIdiL CGIL e FELSA CISL ribadiscono la loro disponibilità a trovare tutte le soluzioni necessarie per dare continuità lavorativa ai lavoratori somministrati in missione presso Poste, prevedendo anche l'esclusione di questi lavoratori da ogni tipo graduatoria interna.
Riteniamo infine necessario sottolineare come questi lavoratori negli ultimi mesi abbiano sempre garantito in servizio e svolto con grande responsabilità e professionalità le loro attività, nonostante l'emergenza epidemiologica in atto. Nonostante questo e l’esistenza di soluzioni contrattuali che garantiscono Poste spa, in quanto assolutamente legittime, i contratti vengono interrotti e i lavoratori lasciati casa.
Per questo Le Organizzazioni Sindacali UILTemp NIdiL CGIL e FELSA CISL chiedono a Poste italiane di modificare la scelta di interrompere i contratti di somministrazione che raggiungo i 24 mesi e di assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori in somministrazione in costanza di missione, perché non si può accettare che dopo anni di lavoro vengano sostituiti da altro personale, innescando così un meccanismo di precarietà generale. Pertanto le Organizzazioni Sindacali dichiarano lo stato di agitazione nazionale dei lavoratori somministrati presso Poste spa e si riservano di intraprendere ogni iniziativa necessaria finalizzata a risolvere questa ingiustizia.
Proclamato lo STATO di AGITAZIONE
Poste Italiane, ha comunicato che a fine novembre INTERROMPERA' le missioni lavorative di n. 5 lavoratori in somministrazione, confermando un atteggiamento negativo perpetrato già nei mesi scorsi, andando a ridurre in maniera sistematica e continuata l'originale perimetro occupazionale, pur in presenza di un tavolo di confronto aperto al MISE a cui CGIL CISL UIL, insieme a tutte le categorie interessate, hanno richiesto un incontro il 26 ottobre 2021 al fine di trovare soluzioni strutturali e di continuità occupazionale per i lavoratori in somministrazione di Adecco negli ambiti del perimetro delle attività svolte dal gruppo Poste Italiane compreso il settore della logistica, tenuto conto della professionalità dei lavoratori interessati.
È stato richiesto unitariamente dalle confederazioni di CGIL CISL UIL, su richiesta delle categorie interessate, un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per affrontare la vertenza dei lavoratori somministrati dipendenti di Adecco in missione presso poste italiane.
Si tratta di centinaia di lavoratori, che da anni prestano servizio per l'azienda e che hanno operato ininterrottamente anche durante il covid, evitando che un servizio essenziale subisse rallentamenti o peggio ancora interruzioni.
Occorre al più presto individuare un percorso per dar loro #continuitàoccupazionale, valorizzando l’esperienza e la professionalità maturata e che sia di ampio respiro rispetto alla sua durata negli anni a venire.
Ci auguriamo che il ministero intervenga al più presto al fine di scongiurare la fuoriuscita di questi lavoratori.
L'appello ai Ministri Orlando e Brunetta: servono impegni concreti. "Riteniamo del tutto insoddisfacenti le risposte fornite dal Ministero del Lavoro, che non ci ha prospettato percorsi concreti per dare una soluzione positiva alla vertenza Navigator".