
Secondo Report EBITEMP sui flussi occupazionali femminili in somministrazione, Grossi e Carbone: “Qualche passo in avanti, ma servono più risposte alle lavoratrici”
La Commissione per le Pari Opportunità EBITEMP, l’Ente Bilaterale del settore della somministrazione, anche quest’anno ha promosso un’indagine specifica dei flussi della somministrazione di lavoro, con particolare attenzione all’occupazione femminile dal punto di vista delle attività lavorative, dei settori merceologici, delle peculiarità territoriali, delle differenze salariali, delle prestazioni erogate dal settore.
Denise Carbone, Componente della Commissione per la UILTemp, ha affermato che “Il report che oggi presentiamo è nato dalla volontà delle parti di quanti compongono la Commissione Pari Opportunità di avere uno strumento che monitorasse l’andamento delle dinamiche occupazionali in una prospettiva di genere, considerate le disparità che spesso si riscontrano tra donne e uomini anche nella somministrazione. Avere un quadro puntuale e aggiornato rispetto la quantità e qualità del lavoro femminile ci permette di intervenire contrattualmente laddove si ravvisano le criticità.
Anche in questa circostanza, dallo studio effettuato, emerge come nel 2020 la contrazione dell’occupazione ha interessato in misura maggiore le donne, sia dal punto di vista delle attivazioni di nuovi contratti, sia nelle trasformazioni a tempo indeterminato, anche se in termini assoluti il peso della pandemia si fa sentire in tutto il settore, senza troppe differenze di genere.
Tuttavia, nonostante questo calo diffuso e omogeneo, in Italia, a differenza degli altri Stati UE, le donne pagano il prezzo tra i più alti in termini di mancanza di opportunità. Nel 2020, solo per fornire due dati, il tasso di occupazione femminile italiano si riduce di 1,1 punti in percentuale contro 0,5 punti del tasso di occupazione femminile della media UE, con un dato negativo secondo solo alla Spagna, mentre i dati maschili sono in linea agli altri Stati. E tutti i fattori legati alla crisi hanno portato a una riduzione della quota femminile nelle attivazioni di missioni di lavoro in somministrazione dal 46% nel 2019 al 44,5% nel 2020.
Come parti attive nella Commissione ci adopereremo affinché le lavoratrici in somministrazione potranno contare su un luogo di analisi e confronto, presente nelle discussioni e nelle elaborazioni, e che in questa fase di ripresa si faccia carico delle necessità di un anello ancora troppo debole del sistema.”
Lucia Grossi, Segretaria generale della UILTemp, sulla presentazione del documento ha dichiarato: “È significativo che la pubblicazione di questo report avvenga proprio l’8 di marzo, giornata internazionale delle donne, in concomitanza con le tante altre iniziative che la UIL e tutto il sindacato Confederale ha promosso a livello nazionale e territoriale per questa ricorrenza.
Ancora una volta, attraverso i dati dello studio realizzato dalla Commissione Pari Opportunità, su impulso delle parti, abbiamo l’occasione di accendere un faro sulle tematiche di genere e su quanto siano ancora da attenzionare, nonostante qualche timido passo in avanti si cominci a registrare rispetto gli anni passati in termini di attivazioni di nuovi contratti e numero di prestazioni erogate.
Alcuni problemi, tuttavia, restano irrisolti se non acuiti dalla crisi generata dalla pandemia e che ha colpito maggiormente l’universo femminile. Le donne, difatti, continuano ad avere contratti a termine con più brevi missioni, contano un numero di part-time - spesso involontari - più elevato rispetto agli uomini, subiscono un turn-over molto più accentuato, percepiscono salari più bassi nonostante i loro titoli di studio siano più elevati rispetto ai lavoratori uomini.
Siamo entrati nell’anno del rinnovo contrattuale e saremo chiamati nei prossimi mesi, assieme alle Associazioni delle Agenzie per il Lavoro a porre argine a queste differenze che vanno assolutamente azzerate negli anni a venire. E per farlo disponiamo di un luogo importante, quello della contrattazione, che deve intervenire con responsabilità e determinazione attraverso i suoi strumenti per colmare un deficit di genere, anche con adeguate misure di welfare e prestazioni sempre più mirate per supportare e tutelare le lavoratrici”.
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