
Lucia Grossi, UILTemp: “Il lavoro precario non è un’opportunità “
“La UIL, in questo Congresso e per voce del suo Segretario generale Pierpaolo Bombardieri, ha rimarcato con decisione i temi che da tempo guidano la nostra azione e che come categoria sposiamo a pieno: lotta agli extra profitti, stabilità lavorativa e lotta al precariato, attenzione a pezzi del mercato del lavoro spesso dimenticati o poco attenzionati.
La UILTemp, difatti, ha a che fare quotidianamente con la precarietà, in ogni sua forma, e abbiamo ben chiare quali siano le effettive esigenze di flessibilità e quali siano gli abusi dettati dal profitto da combattere.
Dobbiamo colmare il vuoto delle disuguaglianze, quelle create in questi ultimi trent’anni, in cui si è flessibilizzato il lavoro, con generazioni “cavia” sacrificate sull’altare di un presunto sviluppo.
Non abbiamo bisogno di un lavoro che cresce nei numeri, ma nella qualità, però riscontriamo oggi che 7 lavoratori su 10 sono con contratti a termine, con salari che sfiorano la povertà e con tutte le conseguenze negative che ne derivano.
In questi anni, come UILTemp, abbiamo cercato con convinzione di dare risposte concrete, reali, riformiste e abbiamo sviluppato quella contrattazione nell’ambito della somministrazione, nostro settore di riferimento, che ci auguriamo possa estendersi anche ad altri contesti di precarietà, dove dobbiamo rivendicare il nostro ruolo.
La contrattazione, infatti, è la via per contrastare l’eccessivo utilizzo di contratti precari, soprattutto in quei contesti in cui non ce n’è necessità a giudicare dalla forte produttività, come ad esempio nelle multinazionali che in tempo pandemico hanno accresciuto a dismisura i loro profitti a discapito di lavoro e occupazione stabile.
Abbiamo una grande responsabilità come categoria e come sindacato: il futuro dei giovani, dipende anche da noi, da quello che saremo in grado di mettere in campo, diversamente l’estrema competizione tra persone ci divorerà il futuro, sempre più precario per la maggioranza. E allora, qualunque sia la loro generazione di appartenenza, baby boomers, x, y, millennials, riadattiamoci a parlare a ciascuno dì loro, rispettandone tempi e modalità comunicative.
Dunque è necessario anticipare il cambiamento e ribadire ancora una volta la centralità del ruolo del sindacato come Organizzazione, fatta di persone per le persone, con una contrattazione fatta sempre più da donne e per le donne, perché non devono esistere periferie nella galassia dei diritti.”
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